via San Sebastiano
Notizie storiche
Pur facendo parte del centro antico, via San Sebastiano non rientra nello schema ippodameo di decumani e cardini (plateiai e stenopoi) perché resta all’esterno delle mura greche del V e IV secolo a.c., mura il cui tracciato è riportato in ocra nello stralcio appresso, tratto dallo studio di Aldo Pinto su Sant’Antoniello a Port’Alba.
La carta del Capasso che ipotizza il tracciato delle mura ducali nell’XI secolo, mostra come l’attuale via ne fosse tagliata diagonalmente e che all’interno delle mura stesse era già presente il primo nucleo del monastero di San Sebastiano . E’ appresso riportata la carta Capasso ricostruita nel 1892.
Sempre dallo studio di Aldo Pinto si vede poi come già con la murazione angioina indicata in viola la via San Sebastiano ricadesse completamente all’interno della cinta muraria: vedi stralcio appresso riportato.
La via dunque prende il nome dall’antichissimo monastero di San Sebastiano, al quale si rimanda per la trattazione storica dello stesso che rispecchia anche la storia della strada.
Essa, che era originariamente un vicolo angusto, fu allargata nel 1581 in epoca vicereale e a quell’epoca risale la costruzione delle case sul lato destro scendendo, case volute dalle monache su suoli del convento come fonte di reddito.
Attualmente la strada è caratteristica per la presenza su entrambi i lati e per tutta la sua lunghezza di negozi per strumenti musicali, risentendo ovviamente della presenza del vicino Conservatorio Musicale di San Pietro a Maiella, conservatorio che d’altronde a partire dal 1820 per pochi anni era stato ubicato proprio nel convento di San Sebastiano.
Da Napoli Atlante della Città Storica di Italo ferraro ed.OIKOS) e da Sant’Antoniello a Port’Alba tra storia e restauro di Aldo Pinto.