Il lungomare di Napoli nella sua configurazione attuale comprende via Caracciolo, piazza Vittoria, via Partenope, via Nazario Sauro e in parte via Cesario Console, ma occorre tener presente che non è sempre stato così perché l’aspetto e la topografia attuale sono il risultato di tutta una serie di interventi di colmata a mare che hanno fatto avanzare la linea di costa e hanno fatto diventare interne delle strade che invece affacciavano sul mare.
Ci proponiamo pertanto di fare un excursus delle mutazioni subite nel tempo dal lungomare servendoci anche della cartografia storica disponibile.
La pianta Lafréry Dupérac del 1566 (foto 1 e 2) inquadra un lungomare che inizia poco oltre l’attuale largo Torretta (che segna la biforcazione tra Riviera di Chiaia e via Mergellina), comprende tutta la spiaggia corrispondente all’attuale Riviera di Chiaia e si arresta poco dopo l’attuale via Calabritto: da quel punto in poi cominciano le mura della città che scendono a picco sul mare per cui il percorso lungo la spiaggia non è più possibile, mentre era forse possibile un separato percorso lungo il mare all’interno delle mura e dei bastioni e ai piedi del monte Echia-Pizzofalcone lungo il tracciato dell’attuale via Chiatamone, percorso che sfociava nello spazio compreso tra una duplice cortina di case corrispondente all’attuale via Santa Lucia.
La situazione rimane sostanzialmente immutata con le piante Stinemolen (1582) e Duchet (1585) e invece una svolta si riscontra con la pianta cosiddetta De Rossi del 1649 (foto 3 e 4) in cui il percorso lungomare prosegue
• da un lato fino all’attuale area di Mergellina
• dall’altro al termine dell’attuale Riviera di Chiaia una rampa in salita sembra raccordare il percorso costiero con l’attuale via Chiatamone lungo le mura dal lato interno e sbocco finale sull’attuale via Santa Lucia anch’essa all’interno delle mura.
• da notare che nella pianta Stinemolen (e anche nella De Rossi) compare per la prima volta lo scoglio- chiesa di San Leonardo che campeggia al centro della spiaggia di Chiaia, chiesa realizzata come ex-voto nel 1028 da un castigliano Leonardo d’Orio scampato ad un naufragio, poi andata in rovina e successivamente ripristinata da un ordine religioso.
La situazione appare immutata con la pianta Stopendael (foto 5) del 1653 e con la più nota pianta Baratta del 1670 (foto 6).
Con la mappa Bulifon del 1685 (foto 7) il percorso lungomare appare confermato ma si arricchisce di particolari:
• si incominciano a vedere numerosi insediamenti sulla costa di Posillipo pur in assenza di una strada costiera;
• a Mergellina si è creato un vero e proprio borgo;
• si vede nella posizione attuale la famosa Torretta;
• i due bastioni ai piedi di Pizzofalcone e prospicienti il Castel dell’Ovo hanno un nome: col numero 10 di mappa Baluardo nuovo delle Crocelle e col numero 9 di mappa Baluardo nuovo di S. Lucia
• S. Lucia ha assunto la forma di un vero e proprio borgo
• Al culmine della strada che da S. Lucia conduce al palazzo reale si vede la famosa statua del Gigante, per cui tale strada sarà detta Salita del Gigante.
Non ci sono variazioni di rilievo con la mappa Petrini del 1698 né in quella Jolivet del 1750 per cui si arriva alla pianta del Duca di Noja del 1775 con cui il lungomare si consolida e si arricchisce di particolari e di nomenclatura:
• il tratto occidentale denominato “strada Mergellina” (foto 8) cita l’ampliamento fatto sotto il regno di Ferdinando IV , riporta numerosi “casini di delizie”(le residenze sul mare dei nobili) e la chiesa convento fondata da Iacopo Sannazzaro e termina con la Torretta di Chiaia.
• Il tratto centrale ancora denominato “Piaggia o Lido di Chiaja”(foto 9) che dalla Torretta, che dà accesso alla “Strada della Grotta di Pozzuoli” (attuale via Piedigrotta), comprende la Chiesa si S. Leonardo, il monastero denominato Casino degli Invitti di Conca e termina con la “Strada della Vittoria” (numero di mappa 486) che si discosta dalla spiaggia passando dietro la Chiesa della Vittoria e ad un “piccolo quartiere della cavalleria del Re” (numero di mappa 487).
• Il tratto orientale (foto 10) comprendente la strada ai piedi del monte Echia ormai denominata “strada del Chiatamone” (463) dove compaiono le rampe che portano su al mote Echia, la piazza S. Lucia (462) in corrispondenza della punta Platamion , la “strada di S. Lucia” (462) edificata solo sul lato sinistro, dove si è già costituito tutto il blocco del Pallonetto e la “strada che porta a S. Lucia” (458) che sbocca alla “strada pedestre detta il Gigante di palazzo” (454).
Nella pianta topografica del quartiere Chiaia di metà ‘800 dell’Ufficio Topografico di Napoli (foto 11) la variazione più significativa è la comparsa della Villa Reale che occupa buona parte della ex spiaggia: la Villa affaccia direttamente sul mare non essendoci ancora l’attuale via Caracciolo.
Nella pianta topografica del quartiere S. Ferdinando di metà ‘800 dell’Ufficio Topografico di Napoli (foto 12) si nota che via Chiatamone è ormai completamente edificata solo sul lato sinistro e l’ultimo tratto del percorso, corrispondente all’attuale via Cesario Console, è ormai ufficialmente denominato Strada del Gigante.
A questo punto il Lungomare è consolidato nella sua versione ‘800 e bisogna attendere il 1869 per avviare la sua trasformazione nella configurazione attuale: in tale anno infatti una Commissione comunale approva un progetto per realizzare una nuova strada tra Mergellina e Santa Lucia mediante lavori di colmata a mare e ampliamento della Villa Comunale: il progetto comprendeva anche la realizzazione di un porticciolo per pescatori a Mergellina per compensarli della perdita di fruibilità della spiaggia
Il progetto viene aggiudicato con concessione al Giletta, in cambio di suoli edificatori in zona, che lo divise in due tranches: la prima da Mergellina a piazza Vittoria e la seconda da piazza Vittoria a Santa Lucia (esclusa).
Il Giletta cede l’appalto ai baroni belgi Du Mesnil che completano i lavori del primo tratto nel 1872 e quelli del secondo tratto nel 1883: abbiamo i tratti di Lungomare ora denominati via Caracciolo e via Partenope.
A questo punto l’ultimo tratto superstite del vecchio lungomare è via Santa Lucia, per la quale occorre attendere il progetto presentato dall’ing. Lops nel 1883 e approvato nel 1886.
L’opera fu realizzata tra il 1895 e il 1910 e portò alla creazione dell’attuale Rione Orsini (1919) e all’apertura del nuovo tratto di via Partenope che poi fu chiamato via Nazario Sauro.
L’ultima parte della colmata lato Mergellina, quella con cui è stata realizzata la zona degli chalets e quindi l’ultimo tratto di via Caracciolo fino al largo Sermoneta e all’inizio di via Posillipo risale agli anni 30 del ‘900. Nel 1939 vi fu installata la fontana del Sebeto.
Nell’ambito della presente pagina tratteremo solo i fabbricati relativi alle strade e piazze comprese nella configurazione attuale del Lungomare e cioè Via Caracciolo, piazza Vittoria, via Partenope e via Nazario Sauro. Le strade che in passato facevano parte del lungomare (es. via Chiatamone, ecc.) saranno trattate nell’ambito dei rispettivi quartieri.
I fabbricati più significativi che vengono trattati specificamente sono appresso elencati e cliccabili.
Via Partenope:
Palazzo Du Mesnil 10
Palazzo Allotta
Edificio Curtain wall
Via Partenope 14
Centro Congressi Federico II 32
Hotel Royal 38
Hotel Continental 40
Palazzo Cosenza
Hotel Vesuvio 45
Hotel Santa Lucia
Hotel Excelsior
Via Nazario Sauro:
Palazzo Galli 20
Villino Berlingieri
Via Nazario Sauro 23
Hotel Miramare
via Caracciolo:
Palazzo Minozzi 2
Consolato USA
Via Caracciolo 9
Via Caracciolo 9 bis
Via Caracciolo 13
Via Caracciolo 14
Via Caracciolo 15
Via Caracciolo 16
Via Caracciolo 17
Via Caracciolo 20 26