Introduzione
Cenni storici
Quando poi nel V secolo a. C. i cumani fondarono la nuova città Neapolis sulla collina del Pendino, la città preesistente venne chiamata Palepolis. Secondo alcuni Neapolis non fu che un nuovo insediamento urbanistico della medesima città originaria Partenope – Palepolis.
La zona era naturalmente fortificata per le condizioni orografiche della costa alta dal lato mare verso l’isolotto di Megaride (attuale Borgo Marinari) e per il forte pendio che dà sul vallone dell’attuale via Chiaia, antica linea di displuvio naturale, facilmente difendibile lato terra; l’insediamento aveva anche le risorse idriche del piccolo fiume Sebeto che con la sua foce offriva anche un comodo riparo alle navi.
Percorriamo ora in un profilo necessariamente sintetico i monumenti simbolo che hanno caratterizzato il quartiere nel corso dei secoli:
- – in epoca romana la grande villa di Lucullo che si sviluppava sulla collina di Pizzofalcone e sull’isolotto di Megaride e ospitò tra gli altri anche l’ultimo imperatore romano d’occidente Romolo Augustolo;
- – sotto i Normanni il primo impianto del Castel dell’Ovo;
- – con la dinastia Angioina il Castelnuovo ( Maschio Angioino ) ;
- – nel ‘500 vennero realizzati via Toledo,i Quartieri Spagnoli ed il primo palazzo vicereale (cosiddetto Palazzo vecchio) dal Viceré don Pedro di Toledo;
- – nel ‘600 fu realizzato il nuovo palazzo vicereale (attuale Palazzo Reale);
- – in epoca borbonica la ristrutturazione del Palazzo Reale, la chiesa di san Francesco di Paola, il Largo di Palazzo (attuale piazza Plebiscito), e il Real Teatro san Carlo;
- – in epoca postunitaria venne realizzata la Galleria Umberto I;
- – negli anni Trenta del Novecento con la colmata a mare fu realizzato il nuovo rione Santa Lucia e il prolungamento del lungomare con via Partenope e via Nazario Sauro.
(da Napoli entro e fuori le mura di Massimo Rosi ed. Newton & Compton, I quartieri di Napoli di Giovanni Liccardo Newton & Compton Editori).
Per dare un’idea dell’evoluzione del tempo del quartiere riportiamo in galleria immagini degli stralci delle seguenti mappe d’epoca:
- – Pianta del Duca di Noya del 1775,
- – Pianta topografica del quartiere san Ferdinando di metà Ottocento dell’Ufficio Topografico di Napoli,
- – Pianta Schiavoni della città di Napoli redatta tra il 1863 e il 1870 fogli 22 Villa nazionale e 23 Forte dell’Ovo.
Mete turistiche classiche
Atmosfera
Aree pedonali:
Il quartiere è in larga parte pedonalizzato con piazza dei Martiri, via Calabritto e il tratto di lungomare Partenope – Nazario Sauro, nonché via Chiaia, piazza Plebiscito, via Toledo completamente interdetti al traffico veicolare.
Come collegamento su ferro molto importante è la linea 1 della Metropolitana che sta per aprire all’esercizio la stazione di piazza Municipio, stazione che comprenderà anche uno spazio espositivo degli importanti reperti archeologici ivi rinvenuti nel corso degli scavi; anche la stazione Toledo della stessa linea si può dire a servizio del quartiere. C’è inoltre la funicolare Centrale che collega via Toledo con il Vomero.
Il ponte di Chiaia con relativo ascensore, la scalinata tra via Cesario Console e via Acton, il costruendo ascensore del monte Echia che collegherà la zona di Pizzofalcone con santa Lucia, le rampe di Pizzofalcone.