Cenni Storici vico Santa Maria la Nova – via Aurelio Fierro
L’area del centro storico compresa tra S. Maria la Nova e i Banchi Nuovi è interessata nel giro di poche centinaia di metri da ben quattro pedamentine che la collegavano all’asse costituito da via del Cerriglio e da via Sedile di Porto.
Questa particolarità nasce dalla antica conformazione orografica della zona costituita da una collina degradante rapidamente verso il mare. Parliamo del mare perché via Sedile di Porto fino circa all’anno 1000 coincideva con la linea di costa e anche fino al Cinquecento era molto più vicina al mare di quanto non lo sia oggi per effetto di successive colmate in epoca vicereale e borbonica.
Questa pedamentina si chiamava Gradini di S.Maria la Nova, poi vico S.M.l.N. perché in epoca Risanamento, diminuito il dislivello, fu trasformata in strada e da poco si chiama via Aurelio Fierro.
Essa aveva la funzione di collegare le due insule monastiche di Donnalbina e S.Maria la Nova anticamente con la zona portuale, mentre oggi finisce su via G.Sanfelice (vedi mappe allegate Carafa 1775 e Schiavone 1880).
Il suo tracciato ricalca la linea delle mura ducali che fino all’XI secolo cingevano la zona provenendo da calata Trinità Maggiore e da vico Carrozzieri, mura che in epoca angioina vennero spostate su via Monteoliveto.
Questa particolarità nasce dalla antica conformazione orografica della zona costituita da una collina degradante rapidamente verso il mare. Parliamo del mare perché via Sedile di Porto fino circa all’anno 1000 coincideva con la linea di costa e anche fino al Cinquecento era molto più vicina al mare di quanto non lo sia oggi per effetto di successive colmate in epoca vicereale e borbonica.
Questa pedamentina si chiamava Gradini di S.Maria la Nova, poi vico S.M.l.N. perché in epoca Risanamento, diminuito il dislivello, fu trasformata in strada e da poco si chiama via Aurelio Fierro.
Essa aveva la funzione di collegare le due insule monastiche di Donnalbina e S.Maria la Nova anticamente con la zona portuale, mentre oggi finisce su via G.Sanfelice (vedi mappe allegate Carafa 1775 e Schiavone 1880).
Il suo tracciato ricalca la linea delle mura ducali che fino all’XI secolo cingevano la zona provenendo da calata Trinità Maggiore e da vico Carrozzieri, mura che in epoca angioina vennero spostate su via Monteoliveto.
Atmosfera
E’ una Napoli dimenticata, fuori dai circuiti turistici e ignota agli stessi napoletani, perché non ancora oggetto del rilancio mediatico (e conseguente ripulitura) che sta invece interessando i decumani.
Molto caratteristici gli archetti pensili di contrasto, struttura muraria usata all’epoca per contrastare le spinte sismiche sulle murature.
Molto caratteristici gli archetti pensili di contrasto, struttura muraria usata all’epoca per contrastare le spinte sismiche sulle murature.
Accessi
In zona si può arrivare con la linea 1 della Metro fermata Università.