salita Pontecorvo
La parte del quartiere più prossima alle mura era intorno all’anno 1000 denominata Limpiano ed era delimitata dall’attuale via Tarsia a sud, dal Cavone a nord, da piazza Dante – via Pessina ad est e da via Salvator Rosa (Infrascata) ad ovest.
Il Limpiano, che originariamente nel 1138 era stato concesso dal duca bizantino Sergio VII al Monastero dei SS. Severino e Sossio, fu a partire dal Cinquecento progressivamente urbanizzato attorno ad alcuni assi di penetrazione che fungevano da collegamento tra il centro storico entro le mura e l’area collinare: via Ventaglieri, salita Tarsia, salita Pontecorvo e lo stesso Cavone; da rilevare che le citate salite presentavano e presentano una pendenza notevole in quanto nascono come alvei naturali deputati al convogliamento a valle delle acque meteoriche e delle lave ( i detriti trasportati dalla pioggia nelle strade di campagna dell’epoca ).
La veduta Lafréry del 1556 testimonia una fase antecedente alla realizzazione della salita Pontecorvo che poi dovrà nascere nello spazio compreso tra il Cavone e la salita Tarsia.
Poi la Veduta Baratta del 1627 mostra per la prima volta la salita Pontecorvo che all’inizio si chiamava imbrecciata di Gesù e Maria (perché conduceva all’omonimo monastero) a sottolineare il suo carattere originario di percorso mulattiero.
Lo sviluppo dell’area che si avverte dalla veduta avveniva nonostante le prammatiche vicereali che vietavano a partire dal 1550 qualsiasi sviluppo edilizio fuori dalle mura cittadine e si coagulava attorno a tutta una serie di strutture conventuali che facevano un po’ da battistrada, occupando però gran parte del tessuto urbano.
La carta Carafa del 1775 mostra infatti un assetto della salita Pontecorvo molto simile a quello attuale comprendente oltre il palazzo Pontecorvo, che diede il nome alla strada, anche la chiesa convento di San Giuseppe, quella delle Cappuccinelle, i complessi delle Pereclitanti e di Maria Maddalena e infine il complesso di Gesù e Maria.
I complessi religiosi evidenziati dalla carta Carafa, fondati tra il Seicento e il Settecento, furono riconvertiti nell’Ottocento a seguito della soppressione degli ordini religiosi e utilizzati per lo più come edifici scolastici; in particolare il complesso delle Cappuccinelle divenne un riformatorio.