palazzo Cella
Caratteristiche storiche e artistiche
Prende il nome da Santo Maria Cella, rappresentante a Napoli del Granduca di Toscana nel ‘600, che acquisì il titolo di duca di Frisia per essersi imparentato colla famiglia del duca di Grottolella, proprietario del palazzo attiguo, che si fregiava anche di tale titolo.
Il palazzo, delimitato da via Imbriani e dal vico Corrieri, è in realtà costituito da due palazzi aventi accessi e cortili distinti, entrambi sulla via Imbriani.
Nel dopoguerra il palazzo venne acquisito dal Banco di Napoli che lo ristrutturò completamente per i propri scopi mantenendone solo le strutture murarie. (da Italo Ferraro I Quartieri Spagnoli e il Rione Carità ed. Oikos)
Prende il nome da Santo Maria Cella, rappresentante a Napoli del Granduca di Toscana nel ‘600, che acquisì il titolo di duca di Frisia per essersi imparentato colla famiglia del duca di Grottolella, proprietario del palazzo attiguo, che si fregiava anche di tale titolo.
Il palazzo, delimitato da via Imbriani e dal vico Corrieri, è in realtà costituito da due palazzi aventi accessi e cortili distinti, entrambi sulla via Imbriani.
Nel dopoguerra il palazzo venne acquisito dal Banco di Napoli che lo ristrutturò completamente per i propri scopi mantenendone solo le strutture murarie. (da Italo Ferraro I Quartieri Spagnoli e il Rione Carità ed. Oikos)