via Donnalbina
Notizie storiche
La via prende il nome dal monastero basiliano fondato all’inizio del IX secolo da Euprassia, figlia di Stefano, vescovo e duca di Napoli, nella regione Albiense o Albinense, così come la zona era denominata nella mappa della Napoli Ducale dell’XI secolo ricostruita da Bartolomeo Capasso nel 1892.
Sull’origine del nome Donnalbina sono state fatte le ipotesi più varie. La più antica riportata dalla Chronica di Parthenope del falso Giovanni Villani “napoletano” , in realtà un anonimo del Trecento pubblicato addirittura in edizione “cinquecentina” da Aldo Manuzio, parla di tre cavalieri Albino, Pietro e Avorio che in epoca romana dettero il nome ad altrettante zone della città: storia riportata di seconda mano nella sua Storia Sacra della città di Napoli anche dal Galante, secondo il quale quell’Albino o Donn’Albino dette il nome prima alla regione e poi alla chiesa e al monastero.
L’ultima ipotesi viene riportata da Matilde Serao con la leggenda delle tre sorelle Donnalbina, Donnaregina e Donnaromita figlie del nobile Toraldo, leggenda peraltro non confermata dagli studiosi, in primis da Bartolomeo Capasso secondo il quale il monastero in quanto fondato nella regione albiense o albinense e dedicato a Maria prese il nome di Santa Maria ad Albinum.
Si allegano in galleria immagini la carta Capasso della Napoli dell’XI secolo (1892), la carta Carafa (1775), la carta Marchese (1804), la carta Uff. Topografico Guerra (1830) e la carta Schiavoni 1880.
La via prende il nome dal monastero basiliano fondato all’inizio del IX secolo da Euprassia, figlia di Stefano, vescovo e duca di Napoli, nella regione Albiense o Albinense, così come la zona era denominata nella mappa della Napoli Ducale dell’XI secolo ricostruita da Bartolomeo Capasso nel 1892.
Sull’origine del nome Donnalbina sono state fatte le ipotesi più varie. La più antica riportata dalla Chronica di Parthenope del falso Giovanni Villani “napoletano” , in realtà un anonimo del Trecento pubblicato addirittura in edizione “cinquecentina” da Aldo Manuzio, parla di tre cavalieri Albino, Pietro e Avorio che in epoca romana dettero il nome ad altrettante zone della città: storia riportata di seconda mano nella sua Storia Sacra della città di Napoli anche dal Galante, secondo il quale quell’Albino o Donn’Albino dette il nome prima alla regione e poi alla chiesa e al monastero.
L’ultima ipotesi viene riportata da Matilde Serao con la leggenda delle tre sorelle Donnalbina, Donnaregina e Donnaromita figlie del nobile Toraldo, leggenda peraltro non confermata dagli studiosi, in primis da Bartolomeo Capasso secondo il quale il monastero in quanto fondato nella regione albiense o albinense e dedicato a Maria prese il nome di Santa Maria ad Albinum.
Si allegano in galleria immagini la carta Capasso della Napoli dell’XI secolo (1892), la carta Carafa (1775), la carta Marchese (1804), la carta Uff. Topografico Guerra (1830) e la carta Schiavoni 1880.